Le biblioteche come spazi sicuri: il modello Trauma-Informed
- Gabriele Carmelo Rosato
- 6 giu
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 19 giu
Il 13 giugno 2025 sono intervenuto alla 25ª edizione del Workshop organizzato dalla Teca del Mediterraneo sul tema “Biblioteche e benessere: nuove prospettive con le Health Humanities per la salute e la comunità”, un appuntamento annuale promosso dalla Biblioteca del Consiglio Regionale della Puglia. Il mio contributo si intitolerà: “Trauma-Informed Libraries: Le biblioteche come spazi sicuri”.
Oltre l’accesso al sapere: la biblioteca come spazio di cura
Nel panorama contemporaneo, le biblioteche non sono soltanto luoghi deputati allo studio o alla consultazione di libri: sono diventate spazi pubblici di relazione, incontro e accoglienza, soprattutto per chi vive ai margini o attraversa momenti complessi.
Ed è proprio in questo contesto che si inserisce il concetto di Trauma-Informed Library: un approccio che propone di integrare la consapevolezza del trauma all’interno dei servizi, degli spazi e delle relazioni bibliotecarie. Perché il trauma è un’esperienza trasversale, che può lasciare segni profondi nel modo in cui le persone si relazionano agli ambienti culturali e sociali.

Cosa significa biblioteca “trauma-informed”?
Una biblioteca trauma-informed:
riconosce l’impatto del trauma sui comportamenti, sull’attenzione, sulla memoria e sulle emozioni degli utenti;
promuove ambienti sicuri sul piano fisico e relazionale, capaci di prevenire episodi di riattivazioni traumatica;
forma il proprio personale per riconoscere segnali di disagio, rispondere in modo empatico e non giudicante, prevenire situazioni di abuso o maltrattamento;
favorisce il benessere dello staff, contrastando il burnout e promuovendo una maggiore consapevolezza emotiva nel lavoro quotidiano;
propone risorse bibliografiche adeguate e scelte con cura per offrire supporto, e senso di rappresentazione per le comunità marginalizzate.
Spazi culturali, spazi di salute
Il mio intervento sarà un’occasione per riflettere su come le biblioteche pubbliche possano diventare luoghi di prevenzione e cura, mettendo al centro il benessere emotivo delle persone, a partire dall’infanzia. In un tempo in cui sempre più persone si confrontano con effetti a lungo termine del trauma, ripensare gli spazi culturali in chiave accogliente, sicura e sensibile è anche una scelta pedagogca e politica.
Le slide possono essere scaricate qui
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