Essere survivor e provare disagio con i selfie
- Gabriele Carmelo Rosato
- 10 mag 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Faccio spesso fatica a farmi un selfie. Non è tanto la selezione della foto migliore a richiedermi tempo, ma proprio fare i conti con l’immagine di me riflessa nello schermo.
Effettivamente, scattarsi un selfie può essere un’esperienza complessa – e profondamente personale – per ǝ survivor di ab*si infantili. Per questo è fondamentale favorire un ambiente di supporto e comprensione che consenta che i validi i sentimenti e le emozioni, senza essere giudicati.
Inoltre, per coloro che faticano a farsi i selfie, si può ricorrere a forme alternative per la rappresentazione di sé, come la scrittura di un diario, l'arteterapia o la partecipazione a gruppi di auto mutuo aiuto: tutto fa parte del proprio percorso di riabilitazione. Questo è quello che ho sperimentato anche io grazie all'associazione Meti e al suo staff di facilitatorǝ.
Perché scattarsi dei selfie può essere un’impresa ardua per chi è sopravvissutǝ a un ab*so?
Ecco alcuni motivi riscontrabili: possono variare per frequenza e durata da persona a persona. Perché l’esperienza diogni survivor è unica.
1. Aspetti legati all’immagine corporea e all’autostima: l’ab*so può lasciare nei/le/ǝ survivor un senso di vergogna, inadeguatezza o disagio nei confronti del proprio corpo. Farsi dei selfie e confrontarsi con la propria immagine può scatenare sensazioni e ricordi negativi.
2. Scarsa fiducia in se stessi:ǝ survivor possono avere difficoltà a fidarsi di loro stessǝ e delle loro percezioni a causa del gaslighting e della manipolazione che possono aver subito durante l’epoca dell’ab*so.
3. Paura della visibilità e dell’esposizione della propria vulnerabilità: scattarsi dei selfie può far sentire ǝ survivor più vulnerabili ed esporlǝ agli sguardi esterni. Ciò può provocare paura, ansia o la sensazione di essere esaminatǝ o giudicatǝ.
4. Sintomi di DPTS: ǝ survivor possono avere dei flashbacko delle riattivazioni del trauma. Farsi dei selfie, soprattutto in determinati ambienti o con pose specifiche, può rievocare involontariamente ricordi o sensazioni associate all’esperienza traumatica.
5. Trigger e ricordi: i selfie possono involontariamente scatenare dei trigger nei/le/ǝ survivor, ricordando loro l’esperienza di ab*so o alcuni aspetti salienti del trauma, come nel caso della ped0p*rn0grafia.
6. Dissociazione: scattandosi dei selfie, ǝ survivor si trovanoa confrontarsi con il proprio aspetto fisico, il che può innescare reazioni di dissociazione o malesserenel tentativo di ricondurre l’aspetto esteriore al proprio stato emotivo interiore.
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