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Per un approccio antropologico informato sui traumi

  • Immagine del redattore: Gabriele Carmelo Rosato
    Gabriele Carmelo Rosato
  • 19 lug 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 23 nov 2024

Forse ti sarà capitato di notare come gli spazi che abitiamo possano plasmare le nostre identità ed esperienze di tutti i giorni. Immagina quanto questo sia determinante per quelle persone che sono sopravvissute a un trauma infantile, per le quali quello spazio era magari la propria casa.


Recentemente ho avuto l’onore di affrontare questo tema durante la conferenza “Anthropology and Education”, organizzata dal Royal Anthropological Institute all’Università di Londra il 27 giugno 2024. Purtroppo sono intervenuto a distanza, ma la mia presentazione ha approfondito i modi complessi in cui il trauma influenza il rapporto dei survivor con gli spazi domestici.



La Casa: Una Questione Cruciale

La casa è uno dei pilastri del dibattito antropologico. È spesso proprio in un'abitazione che si trasmette cultura, dove si conservano e trasformano le tradizioni e le storie, e dove le identità sono continuamente modellate. Tuttavia, la casa non è un il luogo sicuro per eccellenza come spesso ci si aspetta. Per le persone sopravvissute ad abusi durante l’infanzia, la spazialità e la domesticità è spesso corrota e parlarne rivela come il concetto di casa venga creato, modificato, trasmesso, eluso e rievocato in molteplici modalità.


L’Intersezione fra Trauma, Spazio ed Educazione

In questo segmento dela mia ricerca, il mio lavoro sul campo mira a far luce sulla complessa relazione tra trauma e percezione dello spazio, sotto la lente dei processi educativi. Esaminando le esperienze documentate, le interazioni dei survivor con i loro spazi domestici fisici e digitali, rivelano preziose intuizioni: scoprile nel video integrale.


Un approccio misto per comprendere il trauma

Utilizzando un approccio a metodi misti, questa ricerca indaga gli effetti del trauma sugli spazi e sul concetto di casa dei survivor. Attraverso interviste in profondità e metodi basati sull’etnografia visiva, sto documentando gli elementi visivi e spaziali associati alle loro esperienze domestiche. Questo approccio olistico non solo approfondisce la comprensione dell’impatto del trauma, ma contribuisce anche allo sviluppo di pratiche creative "informate" sul trauma.


Il ruolo dell’autoetnografia nel percorso di convivenza col trauma

Gli elemetni attuali suggeriscono che praticare l’autoetnografia può aiutare i survivor a condividere le loro storie, favorendo la guarigione e la resilienza. Le evidenze emerse sottolineano l’importanza di questa pratica, che non ha finalità terapeutiche, ma sta favorendo una riconciliazione con il proprio senso di casa e/o la gestione degli effetti del trauma in casa. Per esempio, sembra che molte delle persone con DOC stiano riducendo il loro ricorso alle ritualità.

 
 
 

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