Serotonina e abusi in età infantile
- Gabriele Carmelo Rosato
- 10 mag 2024
- Tempo di lettura: 2 min
C'è stato un tempo durante l'infanzia in cui ero pellegrino fra psicologǝ, medicǝ e psichiatrǝ. Nessunǝ di loro si spiegava il mio comportamento di #dissociazione e perché non riuscissi a tornare a #scuola.
Nessunǝ di loro mi aveva fatto domande pertinenti. Al contrario facevano un uso medicalizzato del #linguaggio, rendendo le conversazioni inaccessibili. "Una carenza di serotonina" mi fu diagnosticata. Non sapevo cosa significasse, ma questo nome mi faceva simpatia: se-ro-to-ni-na. E poi l'idea che ci fosse una "carenza" mi portò a ragionare su come mettermi alla sua ricerca.
Sarebbero trascorsi tanti anni per dare un nome a quello che mi era successo, e per scoprire che la #serotonina è un neurotrasmettitore fondamentale per la regolazione dell'umore, dell'appetito e del sonno, e che la sua produzione può essere alterata per i sopravvissuti ad ab*si infantili.
Gli studi hanno dimostrato che impegnarsi in attività che aumentano i livelli di serotonina (come la socializzazione fra persone che hanno vissuto la stessa esperienza) può essere un modo efficace per i #survivor nel gestire la propria salute mentale. Impegnandosi in attività che aumentano tali livelli, è possibile trovare la strada della sopravvivenza. Ed è quello che è successo a me grazie ai gruppi AMA di Meti.
Fonti citate:
Miller, J. M., Kinnally, E. L., Ogden, R. T., Oquendo, M. A., Mann, J. J., & Parsey, R. V. (2009). Reported childhood abuse is associated with low serotonin transporter binding in vivo in major depressive disorder. Synapse (New York, N.Y.), 63(7), 565–573
Petersen, C. L., Davis, S. E. D., Patel, B., & Hurley, L. M. (2021). Social Experience Interacts with Serotonin to Affect Functional Connectivity in the Social Behavior Network following Playback of Social Vocalizations in Mice. eNeuro, 8(2)
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