Un approccio etnografico alla progettazione architettonica informata sui traumi
- Gabriele Carmelo Rosato
- 5 nov 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 16 nov 2024
Il 7 novembre, al Dipartimento di Architettura dell’Università Roma Tre, ho partecipato al convegno “Ambienti Flessibili”: una giornata di studio interdisciplinare dedicata all’esplorazione del concetto di flessibilità applicata alla progettazione architettonica. L’evento si proponeva di indagare la flessibilità come principio integrativo, capace di legare il reale e il virtuale, la teoria e la pratica, gli spazi esterni e interni, e le dimensioni collettive e individuali.
Ho avuto l’opportunità di presentare il mio intervento dal titolo “Empathic Architecture for Safe Spaces: An Ethnographic Approach to Trauma-Informed Design”, nella sessione “La Dimensione Creativa della Flessibilità”. Ecco l'intervento integrale.
Un approccio etnografico per la progettazione di spazi sicuri
Il mio intervento si concentra sull’importanza di progettare spazi che rispondano alle esigenze specifiche di persone sopravvissute ad abusi in età infantile. L’architettura, infatti, ha un impatto profondo sulla nostra percezione di sicurezza e sul benessere psicologico, soprattutto per chi porta con sé esperienze di trauma.
La ricerca che ho presentato si basa su un approccio etnografico che integra interviste qualitative ed etnografia visiva per comprendere meglio come i survivor percepiscano e vivano i loro spazi abitativi. In questo modo, l’architettura può diventare alleata nella creazione di spazi che supportino il processo di convivenza col trauma.

Trauma e spazialità: principi di progettazione "trauma-informed"
Il trauma è un fatto biografico, sociale ed ecologico. Quindi occorre favorire un atteggiamento non patologizzante, concentrandosi su come l’individuo sia sopravvissuto e su cosa serve (anche a livello ambientale) per convivere col trauma e co-abitare con gli altri residenti.
In linea generale l’approccio trauma-informed si basa sull’idea che tutte le persone possono subire dei traumi nel corso della propria vita. L’architettura informata sul trauma è un campo che si collega strettamente ai principi dell’inclusive design, ma con un focus specifico sulle conseguenze dei traumi psicologici. La mia ricerca propone l’applicazione di alcuni principi chiave per la progettazione di edifici residenziali che siano sicuri e accoglienti per chi ha vissuto esperienze traumatiche.
Quindi un ambiente “informato sul trauma” è quello che riconosce l’influenza dei fattori ambientali e culturali sulla salute e il benessere degli abitanti.

Verso un’Architettura Empatica
In un mondo in cui l’architettura è spesso focalizzata su funzionalità e bellezza, spero che il mio intervento possa contribuire a portare attenzione sull’importanza dell’architettura empatica. Non solo è possibile creare edifici belli e funzionali, ma anche sensibili e capaci di rispondere alle necessità emotive dei loro abitanti, specialmente di coloro che convivono con la probabilità di riattivazioni traumatiche.
Per me è un passo importante verso un’architettura che sia davvero al servizio delle persone, capace di accogliere la complessità delle esperienze umane e promuovere il benessere psicologico attraverso scelte progettuali consapevoli.
Spero di fornire agli esperti e alle esperte dell’ambiente costruito strumenti e prospettive per progettare spazi realmente inclusivi, capaci di accogliere e sostenere chi è in cerca di un posto sicuro, a cominciare dalla propria casa.
Comments